Lei sapeva leggere il cielo e le carte. E io volevo sognare lui, mi impegnavo tanto che poi non riuscivo a dormire per ore e ore. Mi svegliavo delusa all’alba con le occhiaie scure e mia madre mi strattonava giù dal giaciglio con violenza e rassegnazione.
Non potete portarmi qualcosa, una bacinella con acqua gelida, un panno fresco? Non resisto, non resisto (vedi Ceneri di mele – mia madre).
Avevo sedici anni, armoniosa come un liuto accordato tra le montagne. I seni ancora accennati svirgolavano all’insù sotto il mio corsetto di panno. Li sfioravo, pregavo crescessero per indossare le vesti ricamate scollate sul petto, come mia madre. Da mattina a sera ravviavo i miei capelli lunghi, neri come un lago di notte e lucidi tanto che le sagome dintorno vi si riflettevano come su uno specchio.
Biancaneve, cara, ti ricordi quando ti passavo accanto e ti sfioravo le ciocche con nostalgia? Come? Hai dimenticato? Ti stringi accanto a lui e ti vergogni di me. Ma perché mai, oggi è il giorno in cui i cattivi pagano. Alla tua età infilavo due ramoscelli di basilico intrecciati sotto il cuscino. Così mi aveva detto la filatrice. Fai così e domani arriverà chi ti visiterà in sogno.
Lei sapeva leggere il cielo e le carte. E io volevo sognare lui, mi impegnavo tanto che poi non riuscivo a dormire per ore e ore. Mi svegliavo delusa all’alba con le occhiaie scure e mia madre mi strattonava giù dal giaciglio con violenza e rassegnazione.
Non trovi più marito, urlava, lavati il viso dieci volte con l’acqua del pozzo, fatti un infuso bollente e resta lontano dal sole, stupida. Lei urlava e io pensavo solo che lui non mi era comparso in sogno. E non vedevo l’ora che arrivasse la sera per sperare ancora. Invece bussò alla porta un vecchio mago a caccia di sguattere e apprendiste per la sua strega e chiese a mia madre il permesso di portami via con lui per un anno in cambio di un sacchetto.
Giovinezza per voi, sentivo che le diceva, e poi la riporterò qui se vi servirà.
Se il vecchio le avesse detto ricchezza, prosperità, salute forse mi sarei salvata. Ma giovinezza, quella no. Mia madre l’amava più di ogni cosa e per riaverla avrebbe anche dannato la sua anima sette volte al Diavolo in persona. Lei mi odiava perché credeva che gliela avessi portata via io, con i miei capelli neri e lucidi come l’acqua miracolosa della Fonte Primaria, il mio viso, le mie mani lisce e le gambe tornite e sode.
Testo di Alessia Principe
Foto Nicola Labate
Make up Emilia Imbrogno
Stylist Francesco Orrico
Modella Claudia Giordano
Si ringrazia Dora Scavello, Serena Bucca e Colombo Labate
Serie composta da 5 articoli estratti dal Servizio editoriale pubblicato su LiQMag n. 04 “Dell’Innocenza” aprile – maggio – giugno 2012. Continuiamo la pubblicazione sul Sito/Blog di alcuni Servizi usciti nelle precedenti edizioni della Rivista LiQuida – LiQMag in edizione limitata su carta per dare visibilità ai nostri Creativi e alle nostre Imprese in questo particolare periodo di emergenza sanitaria ed economica. Man mano potrete leggere anche nuovi Servizi in attesa di stampare il prossimo numero.
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