Eva, cosa fai tutta sola qui, oltremare?
Eva, che porti il nome della prima donna curiosa, cosa cerchi in queste stradine del porto? Eva, cosa lasci dietro di te? Dove hai lasciato te stessa, il tuo gioire, il tuo andare? Copri bene il tuo cuore perché non prenda freddo, che tanto è già di ghiaccio. Eva cosa stringi forte in mano e la nascondi nella tasca? I tuoi capelli stanno crescendo, le tue mani sono sempre più curate; hai cambiato profumo sperando che cambiassero anche i tuoi ricordi?
Eva, zitta. Fai tacere la tua mente: guarda, c’è un uomo che ti segue in silenzio, all’ombra dei portici; Eva presta attenzione, ti prego, corri. Ma le tue gambe sono stanche, ti guida l’inerzia, ti fa andare avanti la rassegnazione. Eva ti farà del male, ti prego: corri via!
Ancora speri di trovare in altri gli occhi neri di Claude? Li fisserai con la stessa paura gli occhi di quest’ombra che ti segue?
Quell’uomo ti segue ancora, ti raggiungerà, perché glielo permetti? Sarà una paura diversa: sarà paura di una violenza che per la prima volta non sarà più solo mentale. Quanto deve averti devastato Claude? Ha prostituito i tuoi pensieri, ha giocato con la tua mente vispa da bambina e con il mondo che era il tuo cuore; ti ha fatta assopire, ti ha spenta, ti ha resa foglia caduca; ma ora il vento d’autunno non ti adagia più al suolo, non ti stacca più dall’albero solido che era la tua vita.
Persino la malattia è passata ormai, ti ha lasciata andare, ti ha lasciato il vivere. Allora perché gli stai permettendo di avvicinarsi a te così?
Eva, che ci fai tutta sola nella notte? Eva, dov’è casa tua, dove hai lasciato il mare in tempesta dei tuoi grandi occhi blu? Eva, per l’amore di un Dio in cui ormai non credi, corri, torna a casa; ti segue, ti ha quasi raggiunta, è a soli OTTO grandi e larghi passi da te. Non sarai più come un faro nella notte, solo una stella fra le nuvole.
Ma non lo sai che è da uno stralcio in un cielo nuvoloso che si vedono meglio le stelle, le apprezzi fino in fondo? Lotta fino alla fine, lotta per te stessa, diventa egoismo e diffidenza, non temere nulla, difendi ciò che sei, in questo quartiere che ha il profumo della salsedine e del mercato del pesce.
Eva, che cammini per la strada sebbene tu non abbia una meta e un impegno; Eva, che dividi i due lembi del buio ad Oriente e Occidente, non lo sai che la felicità è puro egoismo?
Perchè non alzi lo sguardo e ti volti? Non lo senti il suo respiro sulle tue spalle esili?
Difendi con l’Amore per te stessa il tuo passato e proteggi il tuo avvenire con pugno forte.
È arrivata la Notte e ha avuto tutti i tuoi occhi. Addio Eva, dolce culla. No, tempesta d’estate. Vai via. Resta qui.
Foto Veronica Pinelli
www.facebook.com/veronica.pinelliii
Testo di Ilaria Molinaro
www.facebook.com/ilaria.molinaro.3
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