Avevo deciso di aprire il pezzo con la frase “L’amore conta” che in molti associano ad una canzone del noto cantante italiano Ligabue, ma la notizia del grave incidente che ha coinvolto Alex Zanardi mi ha fatto decidere di sostituire la frase con una del nostro Alex: “Quando mi sono svegliato senza le gambe ho guardato la metà che era rimasta, non quella che era andata persa”. Sapete perché? Semplice, hanno lo stesso significato: l’amore, per noi stessi, per la vita, per chi ci sta al fianco, per gli altri… perché l’amore conta! E la domanda più semplice che possiamo farci è: ma quanto amore abbiamo da dare?
Questa pandemia avrebbe dovuto insegnarci tanto, eppure se ci guardiamo attorno si percepisce un sano egoismo. La gente guarda bene ad accaparrarsi tutto ciò che può perché la pandemia parla chiaro, “se si finisce nuovamente in gabbia non mi sono goduto niente”.
Dov’è finito quell’italiano che cantava l’Inno di Mameli affacciato dal balcone e dalla finestra di casa? Quell’italiano che dava ben volentieri da mangiare al vicino? Che applaudiva a chi instancabilmente lavorava per chi era sofferente?
C’è qualcosa che non va, che non torna. Questa società risucchia i principi ed i valori che questa pandemia avrebbe dovuto ricordarci nuovamente. L’amore è tutto ciò che conta e che rimane. In una vita che si beffa della nostra libertà, di noi; che si prende il lusso di decidere quando possiamo o non possiamo uscire, vivere, abbracciarci, baciarci, essere padroni di noi stessi e delle nostre azioni, togliendoci all’improvviso tutto, l’unica cosa che mai potrà vietarci è amare e donare. Perché domani, quando tutto finirà, potremo voltarci indietro e dire “ho amato”, “ho donato”. Quindi, svegliamoci e guardiamo non cosa non abbiamo ma come disse Zanardi ciò che abbiamo perché diventi una opportunità per gli altri.
Al nostro Alex va l’abbraccio di tutta la redazione: tifiamo per te e ti aspettiamo perché hai ancora tanto da dare all’Italia.
Testo di Deborah Furlano
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