Quando Galileo si trova davanti al tribunale dell’Inquisizione accusato di eresia, è uno dei più grandi scienziati di tutti i tempi. La sua colpa, gravemente punita, è quella di aver creduto e divulgato quella che all’epoca era considerata una falsa dottrina: “che il Sole sia il centro del mondo et immobile e che la Terra non sia centro e che si muova”.
Pensate, se non fosse stato per lui e per qualcun altro come lui, non saremmo stati poi così diversi dai terrapiattisti. Che faticaccia che ha dovuto fare il povero Galileo! Me l’immagino, additato come un pazzo e guardato di sbieco. Se oggi facesse parte del personale sanitario che rifiuta il vaccino proponendo magari una cura alternativa, verrebbe tolto dalla corsia e messo in un angolo a fare fotocopie.
A settant’anni, lo scienziato che ha dedicato la vita all’osservazione della natura e alla comprensioni delle sue leggi, rinnega tutto quanto ha scoperto, maledice e detesta i risultati di decenni di ricerche. Si conclude così il secondo processo.
Perché poi uno si stanca a stare lì, ripetere sempre le stesse cose, con tutte le dimostrazioni del caso. Accusato da colleghi scienziati, forse scientisti, che anziché capire come funziona la natura, vorrebbero plasmarla secondo i propri gusti. Una smania di potere che mira al controllo, non di uno ma della massa, condizionando le abitudini quotidiane delle persone oltre a modificarne la natura.
Non servono le ricerche e non servono le prove oggettive se manca la pubblicazione dei risultati su quella rivista riconosciuta negli ambienti elitari della scienza collusa con i potenti di turno, ciò che sostieni non ha alcun valore, sono solo vaneggiamenti.
La tesi che sia la Terra a girare ed il Sole a stare fermo, nasce con Copernico. Dopo di lui Keplero e Galileo sostennero tale tesi adducendo anche risultati sempre più rigorosi sia sul piano fisico che matematico.
Certo, non che Keplero godesse di maggiore stima rispetto a Galileo, era pur sempre il figlio della strega, la vecchia Katharine accusata di fare intrugli, pozioni magiche e gettare il malocchio, che dovette difendere dai 49 capi d’accusa e che riuscì ad evitare il rogo; quella stessa strega a cui ci riferiamo quando veniamo colpiti da lombaggine e torcicollo.
Il nuovo modello cosmologico eliocentrico abbracciato da Galileo è carico di potenzialità rivoluzionarie non solo in campo scientifico ma anche metafisico e teologico.
All’inizio Galileo aderisce con entusiasmo alla nuova concezione copernicana ma non ne prende posizione ufficiale nei suoi scritti. La svolta avviene nel 1609 quando Galileo intuisce tutte le potenzialità scientifiche di uno strumento come il cannocchiale e lo utilizza per osservare il cielo.
Galileo inizia ad affermarsi come uno degli scienziati più importanti del momento. Suscita stima ed ammirazione da una parte, invidie e resistenze soprattutto dalla comunità scientifica, detentori privilegiati del sapere ufficiale.
Una casta che si alterna nei salotti televisivi, le cui magagne sono approvate e coperte dai politici di turno. Che poi, il fatto che anche altri siano scienziati, medici, virologi o premi Nobel poco importa, il loro contributo non serve ed anzi è superfluo e stravolge i piani.
La scienza, quella finalizzata alla comprensione della natura, non della sua manipolazione, fa paura alla casta. Ha una potenza in grado di destabilizzare l’ordine sociale, politico, economico, di far saltare il banco e fomentare la rivolta. Ha il potere di risvegliare le coscienze, di far incontrare le persone e si sa, quando le persone si mettono insieme è difficile tener loro testa.
Le ricerche dello scienziato fiorentino proseguono ed aumentano anche le tensioni e le resistenze di chi vede minacciate dalla nuova scienza tutte le vecchie certezze.
Ad un certo punto, alla corte medicea vengono sollevati dei dubbi: le nuove concezioni astronomiche sembrano cozzare con quanto affermato dalle Sacre Scritture riguardo al movimento degli astri. La risposta di Galileo è semplice: lo scopo principale, se non unico della parola di Dio è la salvezza dell’uomo; tutte le altre verità sono affidate all’intelligenza e alla ricerca, ovvero alla scienza che va assecondata e seguita nel suo cammino verso il vero.
Foto copertina Alessandro Crusco
scattata durante l’evento “Il Ventunesimo Uovo” per il progetto UnoValeVenti prodotto dall’Associazione Culturale Crossmedia nel marzo 2014 c/o il Capannone Industriale Ex Iveco-Scanga (Rende/Cosenza).
Testo Fabiola Cosenza
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Questo articolo fa parte della serie Eretici e Negazionisti per LiQMag n.18.