Quei bambini sugli scogli dell’Oceano

Da un viaggio in tre tappe nel mese di agosto per verificare se Berlino è ancora li, Lisbona esiste davvero e Madrid sia realmente invasa da maschiacce pelose. Beh, sembra tutto vero! Forse i bambini sono gli unici a non esserci ma li vediamo nella foto e questo ci rassicura.

I bambini sono una categorie dell’esistenza.

Che li vediamo in un luogo o in un altro, che siano di un’etnia piuttosto che di un’altra, maschi o femmine non importa. I bambini sono sempre uguali.

Tra esseri umani, animali e piante c’è differenza ma solo perché siamo noi a guardare loro dall’alto in basso. Come tra un grande masso ed una piccola pietra. Questo ai quei bambini sugli scogli è talmente evidente.

Con il tempo ci allontaniamo dall’essere e sentirci parte dell’universo e ci accorgiamo invece di essere andati troppo in là.

Desideriamo tornare a quando giocavamo con le pietre e il mare. Qualcuno ci riesce. Altri non hanno mai smesso. Quelli che si sono persi torneranno comunque.

Bambini sugli scogli
Spiaggia di Cascais (Portogallo)

I bambini visti da lontano sono come quelli dei sogni. Come quei bambini sugli scogli che somigliano agli anziani,  per come si muovono, per quello che fanno, per come sono avvolti dallo spazio, sapendo di esserlo. Dialogano con quello che li circonda come fossero altrove. Non giocano tra di loro ma si ritrovano in mezzo al gioco, tra loro e ciò che li circonda. Fateci caso.

Bambini consapevoli, con il ricordo vivido del luogo di provenienza, proiettati verso lo stesso luogo, senza distrazioni e con la meraviglia negli occhi.

ForsePi

Testo e Foto Piergiorgio Greco
piergiorgio@rivistaliquida.it

Editor Fabiola Cosenza
fabiola@rivistaliquida.it

Questo articolo fa parte della serie dedicata alle Categorie dell’esistenza per LiQMag n.18.

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