È un rischio che corriamo ogni qual volta ci trasportiamo in quel mondo parallelo, dove tutto sembra essere perfetto, dove la sofferenza sembra non esistere, dove i difetti sono nascosti bene dai filtri e le rughe sono ancora lontane anni luce.
Chi ha più followers sembra quasi essere migliore di chi ne ha meno. È un po’ come quando giochi a fortnite. Più hai, più vali… più conquisti più diventi forte.
Ma c’è qualcosa di molto pericoloso in tutto questo.
Possiamo anche diventare influencer con milioni di seguaci, possiamo postare le foto più belle e ricercate, ma allo stesso tempo se non stiamo attenti possiamo anche perdere di vista ciò che ci sta attorno.
Possiamo, semplicemente perdere di vista la nostra realtà. Rischiamo, in altre parole, di diventare degli asociali, degli apatici, dei non realisti.
È un rischio che corriamo ogni qual volta ci trasportiamo in quel mondo parallelo, dove tutto sembra essere perfetto, dove la sofferenza sembra non esistere, dove i difetti sono nascosti bene dai filtri e le rughe sono ancora lontane anni luce.
Basti pensare a quante volte prima di postare una foto andiamo alla ricerca dei piccoli ma fondamentali dettagli che renderanno quella foto perfetta nella sua imperfezione. Invece no, i social dovrebbero aiutarci e stimolarci a raccontarci agli altri per come siamo.
Dovrebbero spingerci a condividere solo per influenzare gli altri in scelte migliori, dovrebbero essere un ponte che mette in comunicazione chi si trova a km e km di distanza. Dovrebbe essere un modo per ammirare quanta bellezza c’è in natura, e quanta bellezza c’è in noi anche senza filtri.
Siamo quello che siamo e dovremmo avere il coraggio di mostrarci per come Dio Padre ci ha fatti. Del resto non è soltanto la bellezza esteriore che fa di noi delle persone belle.
Foto copertina di Amy Humphries
Testo di Don Mario Ciardullo
www.instagram.com/donmariociardullo
Account/Editor Fabiola Cosenza
fabiola.cosenza@rivistaliquida.it
Direzione Editoriale Piergiorgio Greco
piergiorgio.greco@rivistaliquida.it
Questo articolo fa parte del servizio I Social e la Realtà, una riflessione su cosa sono, quali effetti hanno su di noi e dove ci porteranno.